Scopata con inganno

biondina inculata da due negri

Fu una fredda notte di novembre in cui il mio fidanzato, Matteo, mi fece provare una cosa del tutto nuova. Stavamo insieme da circa tre anni, e mai avevo fiutato in lui l’interesse in avventure così particolari.Già tempo prima mi propose, affiancato dal suo migliore amico Gabriele, di fare una scopata a tre. Risi di gusto alla cosa, e mi rifiutai abilmente, ironizzando  sull’accaduto nei giorni seguenti assieme ai due inseparabili amici.  Passarono i mesi e la cosa pareva andasse, imbarazzata, nel dimenticatoio, finché, proprio quella fredda notte, accadde l’inganno. Di lì a poco sarebbe arrivato a cena Matteo, ed ogni volta che compravo per lui una lingerie nuova, ero solita mostrargliela sul mio splendido corpo non appena apriva la porta. Indossai quel sottilissimo completo di pizzo, che evidenziava le dolci e leggere curve dei fianchi che lui amava stringere, e stringeva quasi forzatamente il mio seno abbondante e sodo che lui amava baciare; Le mutandine, notai, erano così sottili che non contenevano le labbra carnose e già vogliose della mia figa. Matteo intanto tardava.  Sciolsi i miei lunghi capelli chiari, mi sedetti sul divano di fronte la porta, aprii le mie gambe sottili e lunghe,immaginando di mostrare a Matteo le mie grazie più intime, socchiusi gli occhi e iniziai a stuzzicarmi con le mie dita affusolate, fino ad affondarle completamente in quella carne bagnata, pulsante e calda. Mi ero lasciata completamente andare. Fu proprio quando ero in procinto di raggiungere la vetta del piacere più alto che sentii il rumore delle chiavi, e la porta aprirsi. Alzai la testa, riaprii gli occhi, e rimasi impietrita di fronte le tre figure che mi si pararono dinanzi. Non c’era Matteo, ma il suo migliore amico Gabriele, e altre due persone a me totalmente sconosciute. Erano alle spalle di Gabriele,il cui sorriso descriveva un ghigno cattivo e di vittoria; La luce fioca delle candele che proveniva dal tavolo poco lontano illuminava il viso bronzeo e scuro di due uomini, più alti e più grossi di lui, che intanto chiudevano a chiave la porta di casa alle loro spalle.  Le mie dita si bloccarono. Arrossii, e non riuscivo a parlare.  – Continua … – mi disse Gabriele, dopo aver passato una mano nei suoi capelli dorati e spettinati – tanto ti stavamo guardando già – aggiunse, indicando con la testa una sorta di piccola telecamera nascosta nella libreria,collegata ad un display che uno dei due sconosciuti aveva tra le mani – E ti guarda anche Matteo, che ringraziamo tutti noi – salutò all’interno della telecamera. Non ci potevo credere. Matteo aveva organizzato tutto perfettamente. Desiderava vedermi posseduta dal suo migliore amico… e due uomini di colore a me completamente sconosciuti.  Provai a ribellarmi, ma in cuor mio sapevo cosa sarebbe accaduto. I due uomini, che più si avvicinavano e più erano grandi, mi presero di peso portandomi sul letto, bloccandomi le braccia. Fu quando Gabriele mi aprii le gambe e ci fiondò dolcemente le sue labbra carnose dentro, che mi arresi. Sentivo le vampate di calore da cui volevo fuggire, mentre la sua lingua, su e giù lungo le mie labbra, continuava il giochetto che facevo poco prima da sola. Iniziai a non fare più resistenza, e naturalmente i due uomini mollarono la presa, ed, alla vista di tale spettacolo, iniziarono a spogliarsi. I loro vestiti pesanti nascondevano un corpo estremamente scolpito, e le loro mutande un cazzone enorme e così scuro che pareva brillasse. Il più alto dei due non esitò a poggiarmelo contro la bocca, mentre l’altro, spostandomi  il reggiseno, iniziò a toccarsi premendolo sul mio capezzolo. – Proviamo un po’ questa bella figa – ruppe il silenzio uno dei due neri; Poco dopo mi ritrovai a novanta, e tutti e due, a turno,intingevano il loro cazzone nella mia figa bagnata, mentre, quasi in lacrime, facevo un pompino a Gabriele. Le botte che mi davano erano così pesanti che il piacere si mischiava al dolore; Mi tenevano per i fianchi anche loro, proprio come faceva Matteo, che intanto guardava tutto live  – Che bella figa che hai, senti come struscia bene il mio cazzone dentro – disse uno dei due alle mie spalle. Continuarono a scoparmi a turno per parecchio tempo, con possenza e agilità, ed io ricevevo in silenzio i loro due cazzoni, sperando di non trasparire alcuna emozione di piacere. Le ultime lente due o tre botte pesanti mi fecero intuire ad una fine. E invece no, mi sbagliai. – Non ti piace abbastanza,Elena? – mi fece Gabriele, lasciandomi andare la testa ed estraendo il suo cazzo nervoso dalla mia bocca,assieme a fiotti di saliva. Non risposi, strinsi gli occhi, feci per rannicchiarmi. – Nonono… credi che abbiamo finito con te? Ti sbagli di grosso… – Gabriele affondò con facilità quattro dita nella mia figa ormai sfondata e arrossata, le cacciò fuori, e, dopo averle assaporate, riprese a parlare – guarda come ti sta piacendo…  ti stiamo trattando come una regina…una dea – Non risposi, mi nascosi dietro una spalla dalla vergogna, mentre lui, con le stesse dita, iniziò a stuzzicarmi il buchino del culo, tentando di allargarlo, mentre uno dei due neri mi bloccava tenendomi ben aperte le pacche. Uno dei due prese una benda e delicatamente la usò per zittirmi, facendomi colare la sua saliva addosso. Quando il mio buchino fu allargato abbastanza, Gabriele iniziò a penetrarlo lentamente. Strinsi sotto le mie mani il cuscino,tentando di rilassarmi il più possibile. Seguirono botte più forti e mi resi conto che era ben entrato,e proprio mentre mi abituavo a contenere il cazzo di Gabriele, dalla misura normale, egli si levò, mettendomi su di lui, completamente stesa e a gambe aperte, faccia a faccia.Rimise il cazzo nella mia figa,muovendolo lentamente e mi sussurrò all’orecchio :”Questo forse ti farà un po’ male”, aprendomi dinuovo le pacche. Sentii uno dei due cazzoni enormi tentare prepotentemente di entrarmi nel culo, e allora sentivo tutti iniziare a godere. L’altro nero, che era rimasto ad assistere, lasciava colare la sua saliva in faccia, e la spalmava sul mio viso con la sua cappella enorme. Mi sentivo morire, iniziai a godere e piangere mentre venivo penetrata sia davanti che dietro. Istintivamente mi strinsi a Gabriele, mentre tendevo il culo al nero alle mie spalle – Povera piccola – mi sussurrava Gabriele – Matteo è fiero di te, lo sai? – bacindomi la fronte continuarono a scoparmi e fottermi mentre succhiavo avidamente il cazzone dell’altro nero. E godevo come una troia.
Quando Gabriele si accorse che non avrei più urlato dal dolore, che anche il mio culo ormai era stato ben aperto,e che stavo per venire,mi tolse il bavaglio, e mi sussurrò –adesso fai sentire anche a Matteo come godi – Il piacere mi pervase,mi attaccò come una scarica elettrica che partiva da due fonti contemporaneamente, mentre i due mi sbattevano forte e mi avevano ormai aperto io avevo perduto ogni dignità, godevo visibilmente come una troia. La prima sborrata che sentii fu quella dell’uomo nero a cui lo stavo succhiando: Mi venne in faccia proprio mentre venivo e urlavo a bocca aperta. La seconda fu quella dell’altro nero,che premendosi contro il mio culo tentò di farmi arrivare il suo sperma il più in fondo possibile,riempendomi il culo di sborra. Infine l’ultima, subito dopo, fu quella di Gabriele, che non esitò a lasciare andare la sua sborra calda dentro la mia figa bagnata e sfondata.  Dopo quell’evento iniziai  a passare molto più tempo con Matteo e Gabriele, talvolta invitando a cena anche i suoi amici speciali.

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